Agosto 23, 2023
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Le batterie sono ormai onnipresenti nella nostra vita quotidiana. Dagli smartphone alle auto elettriche, questi oggetti così comuni nascondono però rischi ambientali rilevanti. Il loro smaltimento corretto è dunque di fondamentale importanza.

In questo articolo analizzeremo nel dettaglio il processo di riciclo delle batterie, soffermandoci sulle diverse tipologie esistenti e sui materiali di cui sono composte. Scopriremo che si tratta di un processo complesso, che richiede fasi di separazione e raffinazione spinte. Vedremo inoltre che purtroppo una percentuale ancora bassa di batterie viene effettivamente riciclata.

Capiremo infine che il riciclo, per quanto importante, presenta dei limiti e non è una soluzione miracolosa dal punto di vista ambientale. Il contenuto di metalli pesanti e sostanze chimiche nelle batterie pone infatti sfide rilevanti per un riciclo completo ed ecologico.

Il riciclo delle pile esauste e delle batterie delle auto: un processo complesso per ridurre l’impatto ambientale

Nel mondo moderno, le batterie svolgono un ruolo fondamentale. Pensiamo alle auto; siano esse ibride o elettriche, entrambe necessitano di una batteria per funzionare. C’è da chiedersi, tuttavia, cosa accade a queste batterie una volta che hanno terminato il loro ciclo di vita. È forse possibile riciclarle?

Prima di addentrarci nell’universo del riciclo, è opportuno spendere alcune parole sulle batterie stesse. Una batteria è un dispositivo in grado di immagazzinare e rilasciare energia elettrica. Esistono vari tipi di batterie: ad esempio, vi sono le pile monouso, quelle che utilizziamo in una moltitudine di applicazioni. Le classiche pile alcaline, composte da zinco e manganese, sono un esempio. Le pile ricaricabili, d’altro canto, possono essere basate su nichel (come le pile stilo ricaricabili) o su litio (come quelle che troviamo nei computer, nei cellulari o nelle auto elettriche). Le batterie al piombo, invece, sono quelle principalmente utilizzate nelle auto non elettriche.

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Questi dispositivi sono formati da strati metallici sovrapposti. Essendo strutture così intricate, il loro riciclo può risultare alquanto complesso. Se siete interessati a un approfondimento più dettagliato sulle batterie e sui loro diversi tipi, lasciatemelo sapere nei commenti.

Il riciclo delle batterie non solo permette di recuperare materiali utili, ma è anche fondamentale per limitare l’impatto ambientale. All’interno delle batterie, infatti, si trovano metalli pesanti come cadmio, cromo, piombo e mercurio. Se queste venissero semplicemente abbandonate nell’ambiente o depositate in discarica, i rischi per le acque e il suolo sarebbero rilevanti. Per tale ragione, le batterie utilizzate nelle nostre abitazioni devono essere depositate in appositi contenitori. Per quanto riguarda invece le batterie delle auto, le officine e i concessionari sono responsabili della loro sostituzione e smaltimento.

Come avviene il riciclo delle batterie? Normalmente, batterie e pile vengono riciclate seguendo il cosiddetto metodo piro-metallurgico. Le batterie vengono dapprima separate, sia manualmente che meccanicamente, a seconda della loro forma e della loro natura chimica. Successivamente, i pezzi risultanti vengono triturati in una vasca con lame dentate, producendo una polvere. Quest’ultima viene poi immersa in un’altra vasca dove, grazie alla differenza di densità, la plastica galleggia mentre il metallo affonda, permettendo così di separare i materiali.

Processi chimici per il recupero dei metalli dalle pile esauste e batterie delle auto: il metodo efficace che permette di riciclare oltre il 90% della batteria

Dopo la separazione dei materiali, come avviene l’estrazione degli specifici metalli? Grazie a una sequenza di processi chimici, è possibile recuperare materiali quali litio, grafite, manganese, nichel e cobalto. La notevole efficacia di questo metodo permette di riciclare oltre il 90 percento di una batteria: un risultato decisamente notevole.

Ma quale destino attende le batterie una volta riciclate? Diversamente da altri episodi della nostra rubrica, una pila difficilmente troverà nuova vita in forma di un’altra pila. All’interno di una batteria, come abbiamo visto, si celano numerosi materiali diversi. Una volta recuperati, questi materiali inizieranno un nuovo ciclo produttivo. Il ferro potrebbe essere impiegato per creare nuovi oggetti di ferro, al nichel potrebbe essere assegnato il compito di creare acciaio, mentre il manganese potrebbe trovare posto in materiali di plastica. I prodotti del riciclo delle batterie, essendo fondamentalmente puri, possono essere utilizzati per molteplici scopi.

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È importante sottolineare, tuttavia, che il processo di riciclaggio delle batterie richiede una considerevole quantità di energia, molta della quale proviene da fonti fossili. Questo significa che tale processo emette nell’atmosfera una quantità di CO2 il cui peso è all’incirca pari a quello del pacco batteria da riciclare. Il riciclo è senza dubbio un processo importante, ma è fondamentale ricordare che esso non è completamente “verde”, come si tende spesso erroneamente a pensare.

Il riciclo delle pile esauste e batterie delle auto: il processo di recupero e riutilizzo dei materiali

Un altro elemento cruciale che viene recuperato in questo processo è l’elettrolita. Cos’è l’elettrolita? Probabilmente vi siete imbattuti in esso se avete mai posseduto delle pile vecchie che producono una sorta di schiuma. È proprio quel liquido. Chiaramente, è consigliabile evitare di entrare in contatto con esso, in quanto è molto pericoloso.

Una volta che la polvere metallica è isolata, viene inviata a una fornace, raggiungendo temperature tra 800 e 1000 gradi. A queste temperature, l’elettrolita si fonde e il fuso che si produce può variare da ferro a manganese o piombo, a seconda del tipo di pila. Il fuso viene quindi colato in lingotti, un passaggio che consente al metallo di essere riutilizzato e di entrare nuovamente nel ciclo produttivo. Inoltre, durante la fase di fusione è possibile recuperare altri metalli, come lo zinco e il mercurio, mediante condensazione.

Per quanto concerne le batterie delle auto elettriche, l’approccio è diverso: il processo di riciclo è ancora agli stadi iniziali. Attualmente, si stima che solamente il 5 percento delle batterie per auto elettriche sia effettivamente riciclato in pochi impianti pilota, mentre il restante 95 percento finisce in discarica. Da un lato, le auto elettriche ci consentono di ridurre (ma non eliminare) le emissioni di CO2; tuttavia, dobbiamo essere consapevoli che lo smaltimento di queste batterie è ancora in una fase acerba e potrebbe avere un significativo impatto ambientale.

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Nonostante ciò, sono ottimista riguardo al futuro. Credo che in qualche decennio saremo in grado di incrementare considerevolmente la percentuale di riciclo di queste batterie per le auto.

Ma come viene attualmente riciclato questo 5 percento di batterie? Il metodo più comune è quello idrometallurgico, il cui obiettivo finale è la produzione zero waste, ovvero senza alcun scarto. Quando le batterie arrivano all’impianto, vengono ispezionate, aperte, pesate e i singoli moduli vengono estratti. Ogni modulo viene posto su un nastro trasportatore e inviato a una macchina munita di lame dentate, che trasforma i moduli in polvere. Una volta ottenuta, la polvere viene asciugata tramite calore, il che consente il recupero dell’elettrolita. Dopo questo passaggio, quello che rimane, cioè la polvere, viene poi sottoposto a vari trattamenti.

Conclusione

Il riciclo delle batterie è un processo complesso ma necessario per ridurre l’impatto ambientale di questi rifiuti. Come emerge dal testo, le batterie contengono sostanze tossiche e metalli pesanti che, se dispersi nell’ambiente, possono inquinare suolo e acque. Per questo è importante smaltirle correttamente e avviarle a riciclo.

Tuttavia, il riciclo delle batterie al litio, come quelle delle auto elettriche, è ancora poco diffuso e la maggior parte finisce in discarica. Occorre quindi investire in tecnologie e impianti in grado di riciclare in modo efficace anche questo tipo di batterie, in modo da chiudere il ciclo e riutilizzare al meglio i materiali.

In conclusione, il progresso tecnologico e la transizione ecologica richiedono un impegno concreto anche nella gestione del fine vita dei prodotti. Come società abbiamo il dovere di trovare soluzioni sostenibili per tutelare l’ambiente in cui viviamo. Dobbiamo chiederci: “Vogliamo un futuro pulito e vivibile per le prossime generazioni?”

La Redazione

Mi chiamo Giuseppe e sono il fondatore di GreenYourLife, un blog pensato per fornire informazioni e consigli utili per uno stile di vita più sostenibile. Sono nato e cresciuto in uno dei posti più belli del mondo, la Sardegna, e sono sempre stato attento alle tematiche ambientali.

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