Il tema della sostenibilità è sempre più attuale, alla luce delle gravi problematiche ambientali che stanno emergendo ormai da anni, senza che dalla politica riescano ad arrivare risposte realmente incisive. Di fronte a questa inadeguatezza, avanza a grandi passi la percezione che anche i singoli sono chiamati a dare il loro contributo per impedire un ulteriore aggravamento del quadro. La parola d’ordine è quindi quella relativa all’adozione di uno stile di vita sostenibile. Cosa vuol dire ciò nel concreto? Andiamo a vederlo.
Cosa vuol dire stile di vita sostenibile
Adottare uno stile di vita ecosostenibile si traduce nella vita di ogni giorno nella proposizione di un insieme di azioni tese a rispettare ambiente e regno animale. Azioni le quali possono riguardare una miriade di settori, tra i quali l’agro-alimentare, l’edilizia, la moda, l’arredamento e i servizi.
L’obiettivo principale che si propone l’ecosostenibilità è la riduzione al minimo dell’impatto ambientale di ogni tipo di azione umana che abbia luogo sul nostro Pianeta, in modo tale da permettere anche alle generazioni future il godimento di tutte le risorse presenti su di esso. Una possibilità che sarebbe invece preclusa da scelte tese al consumo massivo delle stesse, il quale potrebbe condurre in tempi relativamente rapidi ad un vero e proprio stravolgimenti climatici in grado di mettere a serio repentaglio l’esistenza stessa della vita, animale e vegetale. Un tema che si va facendo sempre più pressante, considerato lo stress ambientale ormai evidente.
Quali sono i possibili accorgimenti da prendere?
Portato sul piano pratico, il discorso della sostenibilità può essere tradotto in varie maniere. Per quanto concerne la vita quotidiana è possibile ad esempio utilizzare carta assorbente, tovaglioli e fazzoletti bianchi, in maniera tale che possano essere smaltiti nell’umido, oppure di stoffa, potendo in quest’ultimo caso essere lavati e riutilizzati per molti anni.
All’interno della casa possono poi essere adottati i seguenti accorgimenti:
- usare gli elettrodomestici esclusivamente a pieno carico, risparmiando in tal modo l’acqua, facendo inoltre ricorso a detergenti e saponi naturali. Sono infatti non inquinanti, atossici e confezionati senza imballaggi e confezioni in plastica;
- per pulire è possibile fare ricorso a stracci e salviette riutilizzabili, lavabili a mano oppure in lavatrice, una volta usate;
- evitare lo spreco di acqua, ad esempio preferendo la doccia al bagno;
- evitare anche quello di energia optando il più possibile per la luce naturale, passando all’illuminazione a led ed elettrodomestici efficienti da utilizzare a pieno carico e in modalità ECO.
Anche per quanto riguarda il mangiare e il bere è possibile dare il proprio contributo alla salvaguardia dell’ambiente. Tra i comportamenti virtuosi possono essere senz’altro annoverati i seguenti:
- evitare l’utilizzo di cannucce o utilizzarne non-monouso, in acciaio, vetro o bambù;
- utilizzare borracce metalliche o comunque bottiglie riutilizzabili, quando si è fuori dall’abitazione. Al suo interno è invece possibile bere l’acqua del lavandino, utilizzando un filtro o una caraffa filtrante ove necessario;
- mangiare alimenti stagionali, prodotti in loco e a base vegetale;
- programmare la spesa al fine di evitare gli sprechi alimentari, controllando frequentemente le date di scadenza dei prodotti e il loro stato di mantenimento;
- privilegiare le ricette che consentono di utilizzare anche gli avanzi e gli scarti;
- optare per la moka se si fa il caffè in casa, oppure le capsule del caffè riempibili e riutilizzabili, o compostabili.
Non mancano scelte sostenibili anche per quanto riguarda il consumo di energia. Ad esempio, si può optare per un nuovo fornitore in grado di distinguersi per la fornitura di energia proveniente da fonti rinnovabili al 100%, oppure installare all’interno della propria abitazione un sistema di isolamento termico in grado di garantire un riscaldamento più efficiente. E, ancora, provvedere a scollegare i dispositivi elettrici quando non sono in uso, a spegnere le luci in mancanza di una reale necessità o utilizzare dispositivi manuali per alcune operazioni in cui possono agevolmente sostituire quelli elettrici, ad esempio scopa e paletta al posto dell’aspirapolvere.
In definitiva, quindi, le scelte in grado di favorire uno stile di vita sostenibile sono tante e ognuna in grado di dare il proprio contributo, pur piccolo. Un contributo il quale, moltiplicato per miliardi di persone, può tradursi in un alleggerimento della situazione di stress ambientale del Pianeta.
Il tema della sostenibilità e l’opinione pubblica
Il tema della sostenibilità è un tema ormai molto diffuso nell’opinione pubblica, anche presso quella italiana. Per quanto riguarda il nostro Paese è ogni anno l’Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile pubblicato da LifeGate in collaborazione con Eumetra MR, patrocinata dalla Commissione europea, dal Ministero dell’Ambiente e tutela del territorio, dalla Regione Lombardia, dal Comune di Milano, da Assolombarda e da Confcommercio, ad attestarlo.
Basta in effetti estrapolare i dati relativi al 2017 e confrontarli con quelli del 2020 per notare come tale tematica sia in costante crescita in quanto ad attenzione calamitata. Se nel primo caso era il 59% della popolazione adulta italiana, ovvero quasi 30 milioni di persone, a considerarlo una priorità, il dato è ulteriormente aumentato nel secondo. Nel 2020, infatti, il 38% degli italiani si dichiara appassionato al tema della sostenibilità ed un altro 34% si dice interessato. Complessivamente, quindi, sono ora 36 milioni gli italiani (su 50,6 milioni di maggiorenni) i quali non esitano ad affermare di essere coinvolti da questo tema. Per capire meglio il trend in atto, occorre anche ricordare che nel 2015 l’interesse in questione era limitato ad “appena” 21 milioni di cittadini dislocati lungo il Belpaese.
In particolare, il 62% del campione intervistato ritiene che quello della sostenibilità rappresenti un tema di assoluta concretezza e non di uno dei tanti trend modaioli destinati a sparire dopo poco tempo.
Tra le tematiche che sembrano destare maggiore preoccupazione nell’opinione pubblica spicca quella relativa al mutamento climatico. Sono addirittura 76 su 100 i nostri connazionali che giudicano positivamente la battaglia portata avanti da Fridays for Future, il movimento sorto sulle idee della giovane attivista svedese Greta Thunberg. Un tema, del resto, che è ormai al centro di molte riflessioni, a partire da quelle formulate dai maggiori esponenti del World Economic Forum che, all’interno del loro World Risk Report hanno messo il cambiamento del clima in cima alla lista delle minacce cui l’umanità dovrà far fronte nel corso dell’intero decennio, al fine di evitare un ulteriore peggioramento del quadro.
Mentre a sua volta l’Ipcc (Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico) ha affermato con estrema chiarezza che, nel caso in cui non si provveda ad abbattere in tempi record le emissioni di gas serra, già tra il 2030 e il 2052 le temperature medie globali potrebbero aumentare di circa un grado e mezzo rispetto ai livelli preindustriali. Un aumento che sarà doppio entro la fine del secolo, senza provvedimenti drastici.
I rimedi indicati dall’indagine
È la stessa indagine di LifeGate a indicare i possibili rimedi che ognuno di noi può mettere in atto per evitare una deriva estremamente pericolosa, in termini di sostenibilità.

Per quanto concerne le scelte alimentari, occorre scegliere un’alimentazione in cui non siano presenti prodotti confezionati e privilegiare, per quanto possibile, cibi biologici e a chilomentri zero, ovvero prodotti in loco, azzerando la distanza tra i vari punti della filiera.
Anche le scelte economiche sono in grado di dare impulso alla sostenibilità. Basti pensare in tal senso che, nel 2018, il 7,5% della superficie agricola europea era certificata o in conversione. Ove tale dato fosse portato al 20% verrebbero tagliate quasi 100 milioni di tonnellate di CO2, ovvero quelle prodotte in un anno da un Paese come l’Austria. Un aspetto, quest’ultimo, in cui l’Italia già riveste un ruolo importante. La superficie coltivata a biologico ammonta a quasi 2 milioni di ettari, equivalenti all’estensione della Puglia e per ogni ettaro bio è possibile risparmiare il 58% delle emissioni, che sale al 60% per ogni chilogrammo di raccolto. È l’Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile ad affermare che il 21% dei nostri connazionali consuma alimenti di questo genere, mentre il 44% si dichiara disposto a spendere qualche euro in più pur di metterli nel carrello o di ordinarli al ristorante. Discorso che si allarga a frutta, verdura e altre pietanze a chilometri zero, con il 29% degli italiani che le mangia regolarmente, a costo di spendere di più.
Sempre restando in ambito alimentare, l’indagine suggerisce l’adozione di un’alimentazione povera di carne, che andrebbe a incidere non soltanto sul benessere animale ma anche sulle emissioni di gas serra. Mentre sul versante degli sprechi va sottolineata l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute market/Swg, che segnala una netta riduzione del dato complessivo annuale, da 8,4 a 6,5 miliardi di euro nel corso del 2020. Ciò si traduce in una media del cibo gettato nella spazzatura che passa in un anno da 6,6 euro settimanali a 4,9.
Passando alla quantità di rifiuti urbani, il dato permane su livelli abbastanza elevati. Ad attestarlo è l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) con il suo rapporto sui rifiuti urbani in Italia relativo al 2018, dal quale si evince che la sua produzione è addirittura aumentata in alcune regioni italiane arrivando ad una media di 500 chili pro capite (+2,2% rispetto all’anno precedente). Va meglio, invece, per quanto concerne la raccolta differenziata, che, nel corso dell’ultimo decennio è passata dal 35,3 al 58,1% del totale dei rifiuti.
Anche da questo punto di vista è però possibile adottare comportamenti sostenibili, ad esempio utilizzando l’acqua del rubinetto invece di quella in bottiglia, oppure optando per le casette disseminate ormai in maniera capillare lungo il territorio. In tal modo si eviterebbe l’accumulo e la dispersione delle bottiglie di plastica, ormai diventate un pericolo per l’ambiente.
L’indagine affronta anche il tema energetico, del resto destinato a diventare centrale nel corso dei prossimi mesi, anche a causa del conflitto in atto tra Russia e Ucraina. Da questo punto di vista la situazione è in continuo miglioramento, con la capacità di energia proveniente da fonti rinnovabili in deciso aumento da un decennio a questa parte. La necessità di una transizione energetica ha infatti portato ad un aumento del 400% in quanto a capacità installata, mentre gli investimenti si sono attestati intorno ai 2.500 miliardi di euro.
Gli intervistati nel corso dell’indagine hanno peraltro mostrato notevole interesse rispetto ad un altro tema cruciale come il risparmio energetico all’interno della propria abitazione. Elevata di conseguenza la volontà di adottare comportamenti virtuosi, come il cambio del fornitore di energia elettrica, l’adozione di elettrodomestici a basso consumo, la sostituzione dei led alle vecchie lampadine oppure della vecchia caldaia in favore di modelli in grado di limitare i consumi. Mentre le nuove generazioni mostrano a loro volta un interesse sempre più pronunciato nei confronti dei sistemi di smart home, ovvero quell’IoT (Internet of Things) grazie al quale è possibile riuscire a tenere sotto controllo consumi e temperatura dell’abitazione.
Anche il turismo tende a farsi sostenibile. Viaggiare in maniera responsabile, infatti, aiuta a preservare i territori e migliorare il tenore di vita delle popolazioni locali. Sotto tale punto di vista occorrerebbe quindi preferire il treno all’aereo, optare per alloggi ecocompatibili e adattarsi alla cultura del luogo visitato. La coscienza di queste necessità sta entrando di peso soprattutto tra i più giovani, con oltre sette milioni e mezzo di italiani che dichiarano di privilegiare tale approccio.
Infine la mobilità, altro ambito in grado di incidere in maniera notevole sulla sostenibilità. Se i sistemi di mobilità urbana sono sempre più integrati, l’evoluzione sempre più pronunciata delle nuove tecnologie sta riversando effetti positivi di non poco conto. Soprattutto nei grandi centri una larga fetta della popolazione è solita utilizzare il proprio smartphone per capire il modo più semplice di raggiungere una determinata destinazione. A giovarsi di questo trend sono i servizi di sharing relativi non solo all’automobile, ma anche a biciclette, scooter e monopattini. In tal modo è possibile utilizzare un mezzo esclusivamente in relazione alle effettive esigenze di movimento, senza andare ad appesantire parcheggi e arterie stradali. Una tendenza che va in questo ambito ad allacciarsi ai passi da gigante compiuti dalla mobilità elettrica. Sono sempre di più gli italiani interessati all’acquisto di modelli ibridi o elettrici, un numero in costante crescita e che potrebbe lievitare ove venisse risolto in maniera definitiva il problema legato alle colonnine di ricarica, rivelatosi sinora un freno per lo sviluppo del settore.
0 commenti